L’idea di questo viaggio ė nata perché mia madre doveva partire per quattro giorni e mio padre le ha proposto di andare tutti e tre: così poi ė stato. Siamo andati una settimana a Trapani dalla zia Rosaria, sorella della mamma e tre giorni a Favignana da Laura, amica di famiglia. Appena arrivati siamo andati a trovare la cugina di papà Caterina e i suoi figli Gianni e Andrea. Il viaggio di andata sulla nave è stato tranquillo; ho trovato tutto adatto per la mia sicurezza. Arrivati a Palermo con la nostra auto siamo andati a Trapani, dove l’indomani ci aspettavano i miei cugini per andare al palazzetto dello sport a vedere una partita di basket tra le squadre di Trapani e Bologna. Finita la partita abbiamo cenato al chiosco tutti assieme e, dopo un giro per la città, siamo tornati a casa. Il giorno successivo con mio padre e mia madre siamo andati a Segesta, dove ho visitato un tempio molto famoso. Qui lavora una mia amica che mi ha fatto avere i pass per la visita, ma non sono riuscito a vedere il teatro poiché la strada per arrivarci era stretta e vicina ad un precipizio. L’indomani mattina siamo andati a Favignana, un’ isola molto bella e costosa dove in estate ci sono sempre turisti. A Favignana ho mangiato la carbonara di pesce; gli ingredienti sono: uova, vongole e gamberi. Ho anche mangiato una brioche con il gelato in mezzo. La nave per il viaggio di ritorno ci è stata anticipata di un giorno. Così i miei genitori hanno fatto le valigie e siamo partiti verso il porto di Palermo. Ci siamo accorti di avere sbagliato strada ma per fortuna siamo arrivati in tempo per l’imbarco. Di questa vacanza quello che mi è piaciuto di più, oltre il buon cibo, sono state le uscite con i cugini. La vacanza è stata piacevole, ma il viaggio è stato troppo lungo.
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libertà di movimento senza barriere
In questo articolo vorrei parlare delle barriere architettoniche, purtroppo molto presenti ad Ovada e dintorni. Ma cosa sono le barriere architettoniche? Si tratta di qualunque elemento che impedisca o ostacoli gli spostamenti, specie per le persone con difficoltà motorie, in particolare in carrozzina.
Tra gli ostacoli in cui m’imbatto più frequentemente ci sono i marciapiedi dotati di piccoli scalini, che rendono la vita difficile a chi deve spingere la carrozzina, come ad esempio quello all’angolo tra Piazza XX Settembre e Via Torino; o quelli in corso Saracco.
Un altro problema è costituito dalle cunette sui marciapiedi: veri e propri saliscendi parecchio fastidiosi per chi si sposta in carrozzina. Le trovo frequentemente in Ovada, per esempio il marciapiede di fronte alla Tre Rossi.
All’inizio di via Molare, dove c’è la piccola cappella con la Madonnina, il marciapiede è troppo stretto: ci passo a filo e ci sono anche dei buchi; se la sedia si impunta in avanti ed io scivolo, rischio di finire in mezzo alla strada.
Purtroppo ci sono ancora vecchi locali non a norma per quanto riguarda l’accesso per disabili, anziani e mamme con passeggini.
Per esempio alcuni bar all’ingresso non hanno la pedana e presentano scalini piuttosto alti che impediscono l’entrata a persone in carrozzina e passeggini. Inoltre spesso i bagni dei locali, specialmente quelli di vecchia gestione, sono piccoli e, in alcuni casi, ancora con la turca e privi dei servizi per disabili.
Racconto la mia vita (terza parte)
La mia nuova nipotina
Il 22 agosto 2019 è nata a Novi Ligure la mia nipotina Linda. Pesava 3 kg e 500 grammi d’amore. Era molto chiara di carnagione e nonostante fosse appena nata aveva già qualche capello. La prima volta che ho visto quella piccina è stata una grandissima emozione, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. All’inizio dormiva sempre come un angioletto, con le braccia all’aria, nonostante a volte ci fossero rumori. Fortunatamente le visite mediche vanno bene, cresce, è sana. L’hanno trattenuta in ospedale soltanto per due giorni e quando è tornata a casa il giorno dopo ero già lì a guardare quanto fosse bella. È tutta lo zio nel viso. Ricordo quando ha fatto il suo primo bagnetto; i primi sorrisi.
Nel 2023 Linda ha fatto quattro anni ed ora è una piccola peste.
Tempo libero
Trascorro il mio tempo libero al computer, oppure in compagnia dei miei amici e amiche: ad esempio Stefano Lovisolo, Alberto Grillo e Katerina Kanakova. Con Katerina esco a Ovada e all’Outlet di Serravalle. Con Stefano vado ad Acqui Terme, a Varazze e non solo. Insieme ad Alberto vado per Ovada. Con i miei tre amici esco con le loro automobili e facciamo tante passeggiate. Con il mio amico Andrea di Campo Ligure vado qualche volta allo stadio di San Siro a vedere il Milan. Qualche volta esco e vado a mangiare con Andrea, la sua ragazza Manuela, Elisa (la sorella di Manuela) e Michele (il marito di Elisa).
Le mie esperienze di lavoro
Finiti gli anni delle medie e superiori agli inizi del 2000, ho iniziato direttamente a lavorare, per una decina d’anni, nel ruolo di segretario alle scuole medie con il professore Pietro Moretti. I miei compiti erano principalmente fare telefonate, e-mail a sindaci e professori; download di posta elettronica. All’inizio questo lavoro mi entusiasmava molto poiché mai avevo eseguito questi compiti. Col passare degli anni ha iniziato ad annoiarmi. Ho provato a fare uno stage di sei mesi all’Ostello di Ovada, sempre riguardante l’informatica: inviare mail, tenere il registro dei presenti, e tutto il resto. Finito lo stage (mi piaceva tanto) sono ritornato alle scuole medie per qualche tempo. Abbiamo poi fatto una richiesta di stage in Alessandria con la collaborazione di Radio Gold; è stata accettata e quindi per un periodo ho lavorato per loro. Nel 2012 ho iniziato la mia attività a Vedrai.
Sinceramente penso che in questi anni i lavori che ho svolto siano stati utili alle persone che mi hanno dato queste opportunità e un po’ di orgoglio l’ho guadagnato anche io. Fortunatamente nei miei luoghi lavorativi non ho avuto grandi difficoltà, magari solamente per ambientarmi.
Idee per il futuro
Visto che posso lavorare solo al computer, le ricerche di lavoro sono piuttosto complicate; ho persino perso le conoscenze che in passato mi hanno aiutato. Devo impegnarmi per l’aggiornamento.
Ultimamente una cosa che mi piacerebbe sarebbe fare sarebbe frequentare corsi sull’utilizzo del computer e approfondire la gestione di Power Point, Office, Excel, tutti i prodotti Microsoft. Se avessi la possibilità di muovermi mi sarebbe piaciuta tanto fare la riparazione di oggetti elettronici. Tempo fa mi ero informato per poter fare corsi per diventare allenatore di calcio; essere la mente e qualcun altro il braccio, ma poi ho mollato.
Vorrei provare ad andare a lavorare in Germania per vedere se i disabili hanno l’opportunità di lavoro nel settore dell’informatica.
Le mie opinioni sulla sessualità
I pregiudizi verso le persone disabili sono molti; tanti pensano che non dovrebbero avere vita sessuale. Ma anche i disabili sono persone con sentimenti, desideri e pulsioni sessuali. Non è giusto che oltre al vuoto che lascia la mancanza di sentimento ci sia anche l’assenza di vita sessuale.
Nella mia adolescenza da 11 a 16 anni alle medie a Ovada ho avuto diverse cotte per alcune ragazze. Essendo molto timido, a scuola quando vedevo una ragazza che mi piaceva mi chiudevo a riccio e diventavo rosso per l’emozione. Ricordo quando c’era l’intervallo: se una ragazza si avvicinava a me solo per parlarmi, io diventavo subito rosso e lei se ne accorgeva. Comunque è stata una bella avventura, durata per tre anni. Negli ultimi due anni di medie c’è stato un bacio ed ero molto emozionato: era la prima volta. Ci sono state altre esperienze ma non sono andate a buon fine. Qualche anno fa è stato pubblicato un libro di una ragazza disabile dal titolo “ NON VOGLIO MORIRE VERGINE”
cosa mi fa pensare? È un libro da leggere attentamente e aiuta a pensare o a reagire.
I miei problemi motori di questi ultimi tempi
Dagli ultimi mesi del 2021 ho avuto il braccio sinistro bloccato; l’ho usato poco, anche se non mi fa male. Dopo aver girato molti ospedali ho trovato una soluzione all’ospedale Borsalino.
Campo estivo a Cartosio
Dal 2018 abbiamo iniziato a fare ogni anno il campo estivo a Cartosio con i miei amici di Vedrai; il primo anno abbiamo pulito il sentiero che da Rivere va alle Bancarelle.
Nel 2019 abbiamo fatto il secondo anno di campo estivo.
Arrivavamo a Cartosio alle 8:50 e prendevo un caffè. Poi mentre i miei amici si preparavano per andare nel campo io li aspettavo. Dopo andavamo nel campo; Pietro mi spingeva ed io contavo i passi. Una volta arrivati loro hanno iniziato a lavorare e io guardavo e prendevo il sole. Verso le 12.30 scendevamo verso casa e ci davamo una bella rinfrescata mentre Pietro preparava il pranzo. Chi poteva apparecchiava la tavola. Dopo aver pranzato tutti insieme facevamo una pausa fino alle 15.00. La parte pomeridiana proseguiva con lo studio della vita di Martin Luter King, Gandhi e Lanza Del Vasto persone che lottavano senza violenza per la pace.
Così di seguito nel luglio di ogni anno.
Il mio pensiero sul Covid
In questi anni di pandemia globale, la cosa che ho sofferto maggiormente è stata la solitudine.
A causa del lockdown non ho potuto vedere le mie amiche e i miei amici e questo mi demoralizzava parecchio, perché non avevo più un abbraccio dalle persone care che avevano paura di ammalarsi.
Il mio pensiero è che non dobbiamo vivere nella paura, ma bisogna combattere e godersi la vita.
Il racconto della mia vita (seconda parte)
La mia famiglia
Vengo ora a descrivere la mia famiglia.
Inizio dai miei nonni materni. Mio nonno si chiamava Antonino, lavorava alle Poste di Torino come capo zona per il servizio Telescriventi; invece mia nonna si chiamava Stella e si occupava dei suoi quattro figli; era una donna di bassa statura e un po’ robusta. Anche se sono mancati presto li ho conosciuti entrambi. Mi ricordo quando ero piccolo: andavo con mio nonno e mia mamma a Predosa al parco giochi e giocavo con loro. Finito di giocare mi divertivo a tirare i capelli a mio nonno che si lasciava fare di tutto, anche se mia mamma non voleva.
I miei nonni paterni si chiamavano Giuseppe, da cui ho preso il nome, e mia nonna Giuseppa detta Pia. Mia nonna paterna era casalinga mentre mio nonno da giovane a Favignana faceva il pescatore con la propria barca. Trasferitosi a Genova lavorava come nostromo a terra per le navi Costa.
Mia mamma Anna (Pina per i famigliari) è nata a Torino il 17 giugno del 1953 alla clinica Sant’Anna. Ha vissuto fino all’età di quattro anni a Torino e poi si è trasferita fino a ventiquattro anni in Sicilia, a Trapani, dove ha conosciuto mio papà e lì si sono sposati. Successivamente si sono trasferiti in Piemonte, prima a Molare e poi a Ovada.
Mio papà Bernardo invece è nato il 25 novembre 1947 a Trapani, pur risiedendo sull’isola di Favignana. All’età di 18 anni ha iniziato a lavorare sulle navi come mozzo; dopo il trasferimento nell’Ovadese è nata mia sorella
Tamara. E’ nata a Genova il 26 settembre del 1979. Fino a 27 – 28 anni ha vissuto ad Ovada poi si è trasferita a Levata Pollastra (frazione di Bosco Marengo) insieme al suo compagno Massimo da cui ha avuto un figlio di nome Pietro che adesso ha sette anni. Io e mia sorella ci vediamo poco, ma quando ci incontriamo ci raccontiamo le ultime novità e vari pettegolezzi. Mio nipote invece mi racconta cosa fa a scuola e mi parla dei suoi allenamenti di calcio con i pulcini della Pozzolese.
Le amicizie
Parlando invece dei miei amici e amiche
vorrei ricordare con affetto Jennifer Modello: purtroppo è mancata un anno fa.
Jennifer era una ragazza molto solare, disponibile per gli amici. Ho due ricordi molto belli di lei che mi sono rimasti impressi: quando veniva a pranzo da noi e quando siamo andati insieme con lei e mia sorella al concerto di Vasco a Imola.
Un altro amico di cui vorrei parlare è Alberto che ho conosciuto ai tempi delle medie e con cui ho legato subito.
Abbiamo instaurato un bel rapporto d’amicizia; mi veniva a trovare in bici o a piedi, quando non aveva ancora l’automobile. Quando ha preso la patente abbiamo iniziato a girare in auto: a volte andavamo a Genova e altre volte in Alessandria. Ricordo il suo garage in via Vela dove anche con altri ragazzi vedevamo le partite di calcio e facevamo qualche spuntino. Quando uscivamo a piedi ci recavamo al parco Pertini di Ovada. Un giorno siamo partiti da casa mia per andare al campetto “ Don Salvi “ per vedere i tornei di calcio; quando siamo tornati indietro ci siamo presi un sacco di pioggia. Con Alberto sono ancora amico dopo tanti anni e ci sentiamo spesso per parlare delle nostre novità e per stare in compagnia con amici.
Il calcio, la mia passione
A gennaio del 2015 ho iniziato a seguire una squadra di calcio di Ovada che si chiamava allora Ovadese. Nel 2017-2018 abbiamo fatto la fusione fra le due società: ora la squadra si chiama USD Ovadese-Silvanese.
Tutta la squadra dal primo giorno mi ha accolto moto bene. Da subito ho visto un gruppo molto unito e affiatato. Anche i dirigenti e il presidente mi hanno fatto sentire a mio agio ed ora anch’io sono diventato un dirigente sportivo della squadra di calcio, oltre che essere un “portafortuna.”
Il Milan
La mia squadra del cuore è il Milan. Nel 2007-2008 con due miei amici, Fabio e Federico, sono andato a Milanello. Ho fatto le foto con tutti i giocatori del Milan. Ero molto emozionato dal vedere i miei idoli vicino a me per fare le foto. I giocatori che mi sono rimasti in mente sono: Riccardo Kakà, Filippo Inzaghi e Paolo Maldini.
Ricordo bene quando il massaggiatore del Milan ci ha dato a me e ad i miei amici il getorade da bere. Ricordo quando Pato si avvicinava a me, mi toccava i capelli. Invece a Inzaghi e Kakà io e i miei amici abbiamo fatto un piccolo coro. A Gattuso e a Paolo Maldini ho detto “CIAO GRANDI VECCHI CUORI ROSSONERI.” Loro prima mi hanno sorriso e hanno detto “Tu sei il numero uno” e io mi sono sciolto; ero molto emozionato. Per me stata è una giornata indimenticabile, da incorniciare.
Gite Fuori Italia
Quindici anni fa con un gruppo di disabili di Biella sono andato in Spagna per una settimana da solo senza i miei genitori. E’ stata una bella esperienza. Da due anni vado a Lourdes con l’associazione Oftal di Acqui e Nizza Monferrato: un esperienza molto bella e toccante perché oltre a pregare si stringono ogni volta nuove amicizie.
Gli amici di Vedrai
Alcuni amici di Vedrai sono: Cinzia, Ettore, Andrea, Mattia, Marina e Manuela. Con Cinzia sono anche collega di lavoro oltre che amico. A Vedrai siamo un gruppo molto affiatato e ci aiutiamo a vicenda uno con l’altro. Ci stimiamo molto tra di noi. Sembriamo una famiglia: dopo tanti anni insieme c’è un’armonia molto bella. C’è tanta allegria, soprattutto quando c’è Musicando con il corpo.
Cinzia
Attraverso il progetto Hanna, nel 2002 ho conosciuto Cinzia, abbiamo 6 anni di differenza. Abbiamo subito avuto un bel rapporto e stretto un’amicizia, nonostante i diversi stili di vita. Da quell’anno in poi siamo sempre stati uniti, raccontandoci delle nostre vite e dandoci consigli.
Ettore
Un mio grande amico è Ettore, arrivato nel 2006 da Mele. E’ un grande patito del calcio, di Harry Potter e della musica. Mi racconta sempre ogni film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Abbiamo un bel rapporto di amicizia e mi ha sempre aiutato quando avevo bisogno: mi mette le cuffie, mi accompagna in palestrina, giochiamo a palla insieme e ci divertiamo tanto.
I volontari e le volontarie
Pietro Moretti, professore di sostegno per molti anni alla scuola media di Ovada, con professionalità e dedizione è riuscito a fondare nel 2003 e far crescere l’associazione Vedrai di cui è stato presidente per 16 anni.
Patrizia Marco è un’assistente, collaboratrice dell’associazione Vedrai. E’ molto disponibile con i ragazzi e si mette in gioco.
Severine Farina è una volontaria che viene Il lunedì mattina a Vedrai, insieme alle figlie Valentina e Benedetta Chillon. Sono molto attive come volontarie.
Roberta Scarsi è una volontaria che viene da tanto tempo, è una maestra di sostegno.
Emilio Ivaldi si è laureato in ingegneria da poco, e viene ad aiutarci da quando aveva tredici anni: è quasi un veterano, nonostante la giovane età.
Laura Barrago veniva a darci una mano quando frequentava le scuole superiori.
Claudia Repetto viene il martedì pomeriggio quando il suo lavoro lo permette.
Veronica Parodi è una maestra di sostegno della scuola dell’infanzia; da poco è la nuova presidente di Vedrai
Vanessa Cacciavillani è una studentessa liceale volontaria.
Anna Lardieri è un’assistente OSS, ed è la tesoriera di Vedrai.
Nadia Marenco è un educatrice, aiuta Valeria a Vedrai.
Erika Sciutto è una brava musicista, collabora con il gruppo di Rossiglione come musicoterapeuta.
Agata Ascierto è un’insegnante in pensione e volontaria di Vedrai.
Un appunto particolare per Mario Bavassano: da quattro anni tutte le settimane viene a trascorre un’ora con me per farmi fare un po’ di utili movimenti a braccia, mani e gambe. Nello stesso tempo parliamo molto di argomenti di attualità.
Vedrai nella mia vita
Questa associazione mi ha dato l’opportunità di stare con altre persone, relazionarmi e confrontarmi con ragazzi con diverse problematiche. Mi ha aiutato ad ascoltare, a partecipare, a dare un valore alle persone che conosco, magari a diventare una persona più saggia. A volte cerco comunque ancora di allontanarmi da casa per evitare preoccupazioni inutili. Mi fa male quando invece sono io ad avere qualche problema e non sembra toccare chi è importante per me.
Prima di Vedrai la mia vita era spensierata perché ero meno partecipe a quella degli altri; avevo difficoltà nell’ascoltare, in un certo senso ero più “ribelle”. Vedrai è stato un modo per uscire di più, fare nuove attività, per adesso la mia vita è cambiata in meglio. Vedrai mi ha aiutato a crescere e a diventare una persona più responsabile e, anche se di fronte a certe notizie non so ancora bene come comportarmi, questa associazione mi aiuta a limitare i miei problemi: qui ci sono solo io e i miei lavori.
Futuro di Vedrai…
Sinceramente una cosa che vorrei tanto sarebbero degli aiutanti in più per Pietro, per alleviargli il lavoro, magari cucinare oppure stare più tempo con noi per ottimizzare i tempi in modo che Pietro così possa continuare con i suoi progetti.
In futuro mi piacerebbe ci fossero degli appartamenti in cui noi ragazzi si possa vivere con degli assistenti per passare più tempo fuori casa. Anche se questa possibilità per il momento è stata scartata, a me piacerebbe.
A me Vedrai piace così com’è. Spero che se in un futuro ci saranno dei cambiamenti, siano solo in positivo. Ora stiamo aspettando l’aiuto del Servizio civile, sperando di poter fare più cose: ad esempio lavorare ognuno con un collaboratore diverso per accelerare i tempi e lavorare di più. Speriamo anche di trovare una sede più grande.
Mi piacerebbe passare più tempo a fare temi e articoli documentandomi prima con ricerche e poi dire il mio punto di vista. Vorrei ci fossero delle attività in cui qualcuno legge libri ad alta voce; poi scrivere il mio pensiero sui libri letti.