Io sto seguendo da un anno le nuove puntante di Hudson e Rex dalla prima stagione. Mi piace molto il detective Charly Hudson che con il suo partner Rex risolvono i casi più intricati. Tante volte si cacciano nei guai ma Rex salva sempre Charly Hudson dai pericoli.
Nella seconda stagione c’è ancora più azione perché Charly salva Rex tante volte. Rex invece salva Charly quando lui sta entrando nella casa durante l’inseguimento di un sospettato piromane. Quando lui entra nella casa Charly lo segue. Rex si ferma prima, davanti alla porta della casa che esplode facendo volare Charly in acqua. Nell’impatto con l’acqua Charly si rompe una gamba. Per fortuna Rex lo soccorre e arrivano gli aiuti. Charly si risveglia in ospedale con Rex che gli lecca la faccia. Scatta l’indagine per cercare il piromane che sta facendo un sacco di altri incendi. Charly conduce le indagini dall’ospedale. Charly si avvicina al vero colpevole ma De angelis, un uomo che appartiene alla mafia, sta telefonando ad Asher. Charly ha scoperto chi è il vero colpevole mentre sta vedendo il tablet. Scopre che sul braccio del colpevole c’è un tatuaggio a forma di fiamma. Mentre sta guardando entra il barelliere. Charly gli chiede gentilmente se gli può prendere il telefono. Il barelliere si leva la parrucca e si fa vedere. E’ il pompiere: blocca Charly che tenta di difendersi ma Asher gli fa un sedativo per stordirlo. Charly inizia a vedere doppio.
Asher tira fuori una piccola tanica di benzina per dare fuoco alla stanza di Charly che tenta di alzarsi dal letto. Cadendo però fa scivolare la roba che c’e su comodino.Asher dice a Charly che lui fingerà di salvarlo. Nell’arrivare la polizia troverà nella cenere le ossa del detective Charly Hudson. Asher dice: “Non ti preoccupare brinderò al tuo funerale e penserò io a Rex”. Asher butta l’accendino ma dietro di lui arriva Rex che prende al volo l’accendino. Quindi arrivano Sara e Jessie che colpisce Asher. Charly si salva e viene dimesso dall’ospedale. Con le stampelle va alla stazione dei pompieri con Rex. Gli dicono che Rex avrà un premio per il suo coraggio. Charly e Rex diventano collaboratori tra pompieri e centrale di polizia.
Da Lerma a Ovada Il 6 maggio 2019 è stata una giornata emozionante: io e mia mamma ci siamo trasferite da Lerma a Ovada. La nuova casa è di fronte alla stazione ferroviaria. Dopo la porta di entrata c’è un lungo corridoio che porta alle stanze; la mia camera da letto è grande, la sala ed il salotto sono assieme. Abbiamo tre tv, di cui una un pò piccola, però funziona bene. La cucina è grande ed il poggiolo dà sulla stazione. Le pareti della cucina e della sala sono bianche, ma le altre sono spugnate: rosa in camera di mamma, gialla in camera mia, in corridoio verde. All’inizio Sissi era spaesata e non voleva entrare nell’ascensore ma adesso si trova bene. A me piace molto questa casa e sono felice di vivere in Ovada perchè sono vicina all’associazione Vedrai.
Il mercato del mercoledì e del sabato Il mercoledì mattina con mia mamma e Sissi andiamo al mercato di Ovada. Solitamente vado a fare colazione al bar Giannino: io prendo il marocchino e una girella e mia mamma uguale a me. Quindi ci avviamo verso il mercato ai banchi dove vendono vestiti, pigiami, frutta, verdura, formaggi, lana, coperte, tovaglie, uova, pesce, barattoli e altro ancora. Noi compriamo frutta e verdura; a volte compriamo gli gnocchi. Sono buonissimi sia con il pesto che con il sugo.
Le mie nipoti Ho due nipoti: Meghan ha 17 anni; Emily 15 anni. Sono le figlie di mio fratello Luca e di Ong. Abitano a Belforte. Mi hanno detto che Meghan è diventata più alta di sua mamma, mentre Emily è rimasta alta come sua mamma. Hanno entrambe i capelli lunghi e neri e gli occhi neri. Sono due ragazze davvero belle. Mi piacerebbe rivederle. La gita a Milano La gita che mi è piaciuta di più negli ultimi anni è stata Milano perchè è una grande città. Siamo andati alla galleria Vittorio Emanuele II: c’erano negozi, bar e ristoranti tra cui quello di Carlo Cracco. Siamo arrivati al Duomo e lo abbiamo visitato.
La mia passione: i cartoni La mia passione sono i manga e gli anime giapponesi. In generale il Giappone che è anche la patria dei cartoni animati. Mi piace la cultura giapponese che ha tradizioni diverse dalle nostre e la cucina giapponese che mi piacerebbe assaggiare; mi piacerebbe andare a vedere le case imperiali giapponesi; vedere dove realizzano i manga; vedere come fanno il doppiaggio da giapponese a italiano e dare la voce a personaggi che mi piacciono tipo Naruto, Rubber, Goku e Pegasus che appare nei cavalieri dello zodiaco. Questi personaggi sono disegnati bene da grandi mangaka che sono disegnatori di manga. Questi fumetti arrivano dal Giappone e sono divertenti. Tante volte non c’è il lieto fine. Ho scoperto i manga all’età di sette anni. Il primo cartone che ho visto è stato Jeeg Robot d’acciaio: parla di un ragazzo che può trasformarsi in un robot e combatte i cattivi. Ecco i protagonisti di alcuni dei miei “anime” preferiti: Naruto è un ninja coraggioso che vuole diventare capo del Villaggio della Foglia. Rubber invece è un pirata di gomma che vuole diventare il re dei pirati cercando il tesoro di Gold Roger che si chiama One piece. Goku è uno dei più potenti guerrieri della galassia, lui voleva distruggere la Terra: poi è diventato buono. Pegasus è un cavaliere dello zodiaco con superpoteri: lancia il fulmine e combatte contro i cavalieri d’oro insieme agli altri cavalieri suoi alleati.
I campi estivi a Cartosio Nel 2021 siamo andati a Cartosio al campo estivo nella casa della nonviolenza e nel campo del frutteto. Partivamo da Ovada alle 8:00 con l’auto di Patrizia.C’erano Giuseppe e Ettore. In auto cantavamo le canzoni. Ho portatato il mio cd “io canto” :in un ora e mezza arrivavamo a Cartosio, io e Ettore andavamo a cambiarci per andare tutti al campo dagli alberi da frutta. Stavamo al campo fino alle 11:30/12:00, poi scendavamo e andavamo a lavarci. Dopo mangiavamo le buone cose che preparava Pietro.
2020-2021-il Covid L’anno scorso,nel 2020, siamo rimasti a casa tutti per colpa del Covid 19 che ci ha bloccato con il lockdown. Nel 2021 abbiamo incominciato di nuovo a Vedrai e sono contenta di avere rivisto Giuseppe, Ettore, Anna Patrizia e Pietro e tutti gli altri miei amici di Vedrai.
La ripartenza delle gite a Tiglieto e Courmayeur Dopo la lunga chiusura per il virus finalmente la prima gita con Vedrai è stata all’abbazia di Tiglieto. Siamo andati con le auto di Patrizia e Veronica. Arrivati all’ abbazia un signore ci ha spiegato la storia della chiesa. Ci hanno regalato un mazzetto di lavanda e io ho comprato una scatolina di origano. Per il nostro ricco pranzo al sacco siamo andati all’area attrezzata, abbiamo apparecchiato due bei tavoli. Ci siamo spostati all’Agrigelateria dove Patrizia (la sorella di Andrea) ci ha offerto il gelato. Ho comprato un vasetto di marmellata senza zucchero. Dopo tanto tempo al chiuso è stata una bella gita all’aria aperta. L’otto settembre c’è stata la seconda gita con Vedrai a Courmayeur con il pullman. Eravamo 30 persone tra cui alcuni amici dello Zainetto. Siamo andati a fare un giro nel centro storico di Courmayeur dove abbiamo comprato la famosa fontina, liquori e souvenir. Per il pranzo al sacco siamo andati in un parco di fronte al Monte Bianco.
Mio padre e mia madre Mio padre era nato nel 1941 da mia nonna Pina e mio nonno Salvatore. Poi mio nonno è partito per la guerra e non è più tornato a casa. Mia nonna Pina ha allevato da sola mio padre che si chiamava Renato Bartolomeo. Non riuscendo a tenerlo con se perché doveva tornare al lavoro mia nonna lo mise in collegio. Ci rimase dagli 8 anni ai18 anni.
Uscito dal collegio mio papà si arruolò nella Legione straniera francese e ci rimase un po’. Poi lasciò la legione. Conobbe mia mamma che si chiama Giovanna: è nata nel 1946 da mio nonno Carmelo e mia nonna Gina. La sua infanzia è stata molto dura perché vissuta in collegio. Qui studiava e lavorava, e se non ubbidiva la castigavano. Con mio padre si fidanzarono e lei dopo un po’ nel 1965 rimase incinta del mio primo fratello Gianni che è nato in Belgio ad Anversa; pesava 3,300 kg. Mia mamma è rimasta in Belgio per un po’. Mio papà invece è andato in Kuwait e ha lavorato lì. Mia mamma un giorno lo ha chiamato e lui ha preso l’aereo ed è tornato in Belgio. Mia mamma disse a mio padre che mio fratello Gianni non era stato bene. In Belgio ai bambini davano i frullati di frutta e si vede che a mio fratello non ha fatto bene. Nel 1971 nasceva il mio secondo fratello; si chiama Luca, pesava 4 chili. Passano gli anni e nel 1975 nascevo io Cinzia! Pesavo solo 1 chilo e due etti!!!
I miei fratelli Ho due bei fratelli: Gianni che è il maggiore e Luca che è il mezzano.
Voglio molto bene a tutti e due, li stimo molto anche se non ci vediamo da un po’ di tempo perché devono lavorare. Luca lavora in America sulle navi da crociera della Carnival Cruiser; fa il frigorista e ripara i condizionatori dell’aria. Quando lo chiamano lui va ad aggiustare i frigoriferi della nave, anche quelli dove si mettono i morti. Adesso è diventato ufficiale. Mio fratello maggiore si chiama Gianni. Mi dà ragione quando ce l’ho, ma tante volte mi sgrida, se necessario; però ci vogliamo bene. Gianni adesso lavora come preparatore atletico della squadra calcistica giovanile del Savona.
I miei amici Ho un amico che si chiama Giuseppe, ha 37 anni. L’ho incontrato la prima volta al progetto Sole. Siamo subito diventati amici, ma finito il progetto Sole ci siamo persi di vista per un po’ di tempo. Poi nel 2002 mi ha contattata a casa Luciana Repetto per partecipare al progetto Hanna. Ho conosciuto Pietro Moretti e lì mi sono trovata bene e ho rivisto Giuseppe: non ci siamo più lasciati. Nel 2005 è arrivato Ettore, aveva 14 anni, era timido. Proveniva da Mele. Siamo subito diventati amici: adesso lo siamo molto di più. Gli abbiamo dato una mano ad integrarsi nel nostro gruppo: io lo aiutavo a scrivere sul computer e ora la musica ed il calcio sul computer gli piacciono da impazzire. Calcio e cartoni animati sono le cose che ci accomunano. Al venerdì viene Agata, una professoressa di lettere in pensione. Mi trovo bene con lei perché parliamo un po’ di tutto: studio la Grecia, gli etruschi e adesso sto studiando Cleopatra, la regina d’Egitto. Faccio anche merenda con i biscotti senza zucchero che a me piacciono molto.
Quando ci siamo trasferiti a Lerma non conoscevo nessuno. Passano i giorni e incontro un bambino, figlio dei vicini: dico il mio nome, “Mi chiamo Cinzia” e lui mi ha detto che si chiama Omar. Aveva otto anni e io diciotto anni: ho iniziato ad andare a casa sua, ho conosciuto sua mamma che si chiama Daniela e suo padre che si chiama Ezio. Daniela è la mia migliore amica, il mio primo amico però è stato Omar il figlio di Daniela. Giocavamo insieme ad altri bambini: Elena, Simone e Davide. C’era anche Jacopo che poi si è ammalato di tumore al cervello. Nel 1995 è venuto a mancare all’età di 8 anni: era un bravo bambino; di tanto intanto quando vado con mia mamma al cimitero a trovare il mio papà vado a trovare anche Jacopo nel posto in cui è sepolto da anni.
Adesso Omar è grande, convive a Campo Ligure con Martina; hanno un bimbo che si chiama Leonardo che ha ormai 1 anno. Siccome Martina è del Genoa spero che il loro bimbo diventi tifoso genoano, e non interista come Omar.
I miei interessi: al primo posto i cani Adoro gli animali soprattutto i cani, di tutte le razze. Ne ho avuto tanti. Ho avuto un pastore maremmano abruzzese, si chiamava York. Era bianco, bravo: mi saltava sempre addosso. Ho avuto anche un pastore tedesco che si chiamava Rodolfo.
Era un cucciolo di 57 giorni: è venuto grande, bello e fiero. A 5 anni si è ammalato di encefalopatia. Abbiamo dovuto darlo via, mi è dispiaciuto tanto. Shiba era una halasakan malamut, l’abbiamo presa ad Asti in un allevamento.
Era senza coda a seguito di un incidente. Aveva 4 mesi, era bella. Un giorno è scappata dal giardino, è andata in strada: è stata investita ed è morta di sera tra le braccia di mio padre. E’ stata sepolta alla Caraffa, in un prato. Ho avuto anche una schnauzer gigante, si chiamava Giada. Sono andata a prenderla a Sestri Levante, aveva due mesi di vita. Crescendo è diventata grande e bella. Prima che arrivasse lei, abbiamo preso Brandy. Era un incrocio tra uno spinone nano e un bretton. Nel 2003 mi è arrivato un incrocio bassotto che avevo chiamato Pucci. Era un bel cagnolino di 1 mese. Quando è arrivato c’era ancora la Giada che aveva 10 anni. La cosa strana invece che lui ringhiava a lei: un soldo di cacio di un mese che ringhiava a un cane di 10 anni. Così ho deciso di tenerlo nel trasportino fino a che la Giada non si abituasse al nuovo arrivato in casa. Nel 2016 Pucci è morto di vecchiaia: aveva 13 anni, io ho pianto tantissimo quando l’anno soppresso. Il veterinario allora mi ha fatto una proposta: se mi interessava una pincherina nana. Io e mia mamma abbiamo subito detto si: il mercoledì eravamo rimaste senza cane e il venerdì è arrivata alle 18:00 la principessa Sissi! Io stavo tornando da Vedrai quando è arrivata insieme ai suoi proprietari in jeep. Io e mia mamma eravamo contente, anche per il suo nome. Da subito le abbiamo voluto bene; adesso che ha sei anni, è un concentrato di allegria. Gioco tanto con lei a correrle dietro.
I cartoni animati Guardo i cartoni animati. Mi piacciono molto specialmente i Pokémon che guardo sempre. Il mio personaggio preferito è Ash, l’allenatore di Pikachu. Cristina D’Avena è la mia cantante preferita. A casa ho un po’ di cd suoi. Li vado a vedere e sentire quando ne ho voglia. Vedo le sigle preferite come Memole, dolce Memole, Candy e One Piece. Un altro cantante che mi piace è Giorgio Vanni che canta Dragon Ball, Naruto, Holly è Benji e altre sigle.
La televisione: i miei personaggi preferiti Oltre ai cartoni mi piacciono anche i film d’azione come “Ultimo” con Raoul Bova che interpreta il capitano Ultimo. A me piace molto come attore è come uomo. Ha interpretato “Come un delfino”, una fiction sul mondo del nuoto. Si deve ritirare perché non può più fare gare di nuoto per problemi cardiaci e perciò si è messo ad allenare ragazzi con problemi sociali. Mi piacciono anche le telenovelas spagnole come ”Il segreto” e “Una vita”. Mi interessano programmi sui cani tipo ”Dalla parte degli animali” con Maria Vittoria Brambilla. Propongono di adottare un cane da portare a casa e volergli bene. Guardo anche i programmi con Paolo Bonolis: da Bim Bum Bam a Ciao Darwin. C’è Jerry Scotti: fa tante trasmissioni da Passa parola a The wall a Caduta libera, a Chi vuol essere milionario. Poi c’è Barbara d’Urso che fa programmi di intrattenimento: Pomeriggio 5 e Domenica live dove parlano di cronaca e gossip.
Le mie giornate a Vedrai La mattina mi alzo con mia mamma che prepara la colazione: poi mi vado a lavare, mi vesto, guardo la televisione mentre mamma si prepara. Rifaccio il letto: aspetto che vengano le 8:00 e scendo in Ovada per venire a Vedrai. Lì lavoro al computer, vado a cercare i siti su internet; scarico la posta, la stampo, la pinzo e pinzo anche gli allegati. Faccio anche due pomeriggi fino alle 17:00. A Vedrai svolgo anche altre attività come ad esempio rispondere al telefono, oppure al citofono quando arriva qualcuno a trovarci. Facciamo la pausa alle ore 11 con biscotti o con bugie o panettoni che avanziamo durante le feste. Dopo rincominciamo a lavorare al computer. Al martedì pomeriggio prepariamo testi per il blog. Con Veronica stiamo imparando a navigare su Facebook senza correre pericoli. Solitamente al sabato durante Musicando io non partecipo. Però se ci sono feste come Carnevale o compleanni vengo anch’io.
Il momento del pranzo Tutti i giorni, tranne il mercoledì, tra le 13.00 e le 14.00 si pranza. Io mi fermo soltanto il martedì ed il venerdì. Prima andiamo tutti a lavarci le mani ed aspettiamo che Pietro ci chiami per andare a mangiare tutti insieme in cucina. Solitamente mangiamo la pasta, oppure a volte la mamma di Giuseppe prepara delle pietanze che poi suo papà porta quà. Abbiamo assaggiato la pasta con i fagioli, oppure con il sugo di noci, con le lenticchie. Una volta ci ha preparato il timballo di pasta e mi è piaciuto proprio tanto. Dopo mangiato sparecchiamo il tavolo: Ettore ed io ci laviamo i denti e poi giochiamo col tablet aspettando Pietro. A volte Ettore e Giuseppe giocano a palla in palestrina mentre io ascolto la musica. Mi piace pranzare qui perché è un momento in cui siamo in compagnia.
Cosa vorrei fare a Vedrai All’inizio Vedrai era una novità e preferivo passare il mio tempo alle medie perché c’erano più cose da vedere, più movimento e più rumore. Ho conosciuto Pietro nel 2002 e l’ho trovato subito simpatico e gentile. Per me quest’associazione è diventata più importante quando ci siamo trasferiti qui a Ovada nella nostra sede di strada Rebba e Pietro ha avuto più tempo per noi. Sinceramente la cosa che vorrei di più è passare maggior tempo qui con i miei amici e imparare cose nuove. Però mi piace anche passare tempo con la mamma a pulire la casa o a giocare con Sissi. Mi piacerebbe fare più gite magari andare a vedere l’Acquario a Genova o il Palazzo Ducale, visitare Roma e i suoi monumenti. Vorrei qualche volta organizzare una “pizzata” nei fine settimana per passare del tempo in più con i miei amici, anche fuori da Vedrai.
Sono nata a Genova al Galliera il 4 novembre del 1975. Quando mia mamma ha scoperto di essere incinta di me era contenta. Dopo due maschi finalmente arrivava una bambina; i mesi passano, io cresco nel grembo di mia mamma e va tutto bene. Poi mia mamma va a fare una visita dal ginecologo: le dicono che c’è un distacco della placenta e che dovrei nascere di 7 mesi. Invece sono nata all’ospedale Galliera di 9 mesi: dopo aver bevuto il liquido amniotico e con la placenta che veniva giù verde a pezzi, io e mia mamma stavamo per morire. Mi hanno portato al San Filippo Neri, distaccamento del Galliera. Mia mamma non vedendo che mi portavano in camera da lei, si è alzata dal letto ed è andata a piedi al San Filippo dove mi ha visto in incubatrice con il sondino nel naso e la flebo nel piedino; una garza su gli occhi per non farmi andare la luce dentro. Mia mamma aveva le graffette sulla ferita. Dopo alcuni giorni sono andata a casa con lei e mio papà. Ho conosciuto i miei due fratelli che erano piccoli, e mia nonna paterna Pina. Mi hanno messo il nome di mia nonna e come secondo nome Cinzia. Ho anche un terzo nome “Renata “, il nome di mio papà al femminile. Cresco bene.
A tre anni e mezzo sono andata all’asilo dalle suore; c’ era una suora che aveva il vizio di prendermi in braccio e farmi volare. Mi è venuta la paura di volare. Dopo un po’ di tempo ho iniziato a fermarmi a mangiare. Mia mamma mi metteva il gamellino nel cestino, un frutto, una brioscina e un succo di frutta.
Alle elementari
A sei anni ho iniziato le scuole elementari e lì mi hanno assegnato una maestra di sostegno. Si sono accorti che avevo dei problemi; mi mangiavo i gessetti e mi strappavo i capelli. Ho un conosciuto un bambino nella mia classe: si chiamava Roberto Spatari, era bello e simpatico. Un giorno mi ha detto “Vieni con me”, mi ha dato un bacino sulla guancia e da quella volta mi ha difeso sempre. Quando sono arrivata agli 11 anni ho fatto gli esami per andare alle medie e sono stata bocciata in quinta elementare. Ho dovuto dire addio al mio amico Roberto che aveva superato l’esame ed era andato via. Io ho cambiato classe e sono andata in quinta B: li ho conosciuto i miei nuovi compagni di classe. All’inizio ero spaesata poi ho preso confidenza con i miei compagni; ho fatto l’esame di ammissione alla Media di via Lomellini.
Alle medie
Lì non mi sono trovata bene; mi prendevano in giro, così ho chiesto a mia mamma se potevo cambiare scuola. Sono andata alla Media Bertani che si trova in piazza Portello. Mi sono trovata bene ho conosciuto nuovi compagni nella classe prima A. Facevamo palestra, musica, disegno e scienze. In seconda media facevo matematica (le divisioni alla lavagna), inglese e francese. Con i miei compagni di classe siamo andati in Toscana. Eravamo alloggiati all’Hotel Poggibonsi a San Gimignano. Disegnavamo i monumenti. Passa il tempo e vado in terza media. Io e i miei compagni di scuola prepariamo una recita su Giulietta e Romeo di William Shakespeare: io facevo Giulietta e un mio compagno faceva Romeo. La scena del bacio era bella ed emozionante tanto che i nostri genitori hanno voluto il bis. C’era ancora il mio papà in vita. C’era mia nonna Pina a vedere la recita e anche i miei fratelli che erano diventati grandi. Dopo la recita c’era stato il rinfresco. Incomincio a prepararmi per l’esame di terza media. Stavo studiando per scienze come nascono i bambini; geografia e musica con la pianola. Sono andata con i miei compagni di classe in cortile per la foto di gruppo di fine medie. Ho fatto l’esame scritto e quello orale. Sono stata promossa e ho ricevuto l’attestato di terza media che in realtà non mi è servito a niente.
In via Peschiera
Mia mamma mi ha iscritta al centro diurno di via Peschiera che si trova a Genova. Facevamo il laboratorio di pelletteria e facevamo le borse in pelle. Tagliavamo il pellame con il cutter: c’era qualcuno che ci seguiva affinché non ci tagliassimo le dita. Poi facevamo “autonomia” che significava farsi il bagno da sola. Un giorno sono scivolata nella vasca da bagno e ho preso una schienata e mi sono fatta male. Mia mamma la sera mi ha chiesto cosa mi ero fatta dietro la schiena e io le ho detto che ero caduta nella vasca da bagno del centro diurno di via Peschiera. L’indomani è venuta con me al centro diurno a dire di non lasciarmi più da sola. Da quella volta non sono rimasta più da sola.
Da Genova a Lerma
Sono andata al centro diurno fino ai quindici anni. Un giorno siamo andati ad una gita organizzata e abbiamo conosciuto una signora che era proprietaria di una casa in un paese di nome Lerma. Siamo andati a vedere la casa e da allora siamo in affitto. Mi ricorderò sempre York, il mio cane, quando lo abbiamo portato in giardino. C’era un cancelletto di legno: lo ha buttato giù con una testata. Abbiamo levato le erbacce dalle aiuole del giardino poi siamo tornati a per un certo periodo a Genova perché dovevamo mettere in vendita la casa. Quando sono arrivata a Lerma ho impiegato un po’ di tempo ad ambientarmi. All’inizio era tutto bello, adesso non la penso più così.
Progetto Sole
Passano gli anni e ho iniziato a frequentare un corso di computer denominato Progetto Sole che si teneva a Ovada in via Novi; come insegnanti c’erano Maurizio Castellaro, Giorgio Malaspina e Silvia Scarsi. Mi trovavo bene: qui ho conosciuto Giuseppe che è più di un amico per me. Poi c’era Mariangela: era molto simpatica però quando prendeva il pullman si trasformava e chiedeva agli autisti se erano sposati. L’autista le rispondeva si e lei ci rimaneva stupita. Un giorno non lo più vista: poi ho saputo che l’avevano tolta dal Progetto Sole e al suo posto era venuta Chiara Lerma che era molto simpatica. Noi lavoravamo tanto al computer; poi finì il Progetto Sole. Allora sono andata al Centro diurno Lo Zainetto per qualche anno.
Gli stage
Passano gli anni e inizio a frequentare presso la scuola media Sandro Pertini il Centro Hanna dove ho conosciuto Pietro Moretti e ho incontrato di nuovo Giuseppe. Ho iniziato con gli stage. Il primo che ho fatto è stato al Mulino di Lerma. Ero in cucina a lavare i piatti con la lavastoviglie industriale. Ho tagliato anche i ravioli con la rotella. Andavo prendere le uova nel pollaio anche se avevo paura delle galline perché mi beccavano i piedi. Ho conosciuto i miei colleghi di lavoro Roberto, Nerina e Maria (che conoscevo già perché è la moglie del cantoniere di Lerma). C’era Mauro che era il proprietario del ristorante, sua moglie era molto simpatica. Lui era un po’ burbero. Ho fatto un altro stage ad Ovada all’Archivolto, osteria Nostrale: mi sono trovata veramente bene, come in famiglia. Ho conosciuto i due fratelli Sebastiano e Rosario, proprietari del ristorante. C’era Rita che era la cuoca; Daniza anche lei in cucina; Claudio lo chef del ristorante ed anche fidanzato della figlia di Sebastiano; Ernan invece era un tirocinante che veniva dalla scuola alberghiera di Acqui Terme. Rosario, uno dei proprietari, adesso è diventato papà di due bimbi: Ettore ed Edoardo. C’era Guido, anche lui chef; Rita era cameriera. Paola, la moglie di Sebastiano, affettava le focacce; hanno anche un figlio che si chiama Andrea ed anche lui lavora lì come chef; ha fatto l’Alberghiero e si è specializzato in pasticceria.
Centro Hanna
Il mio primo incontro al Centro Hanna e stato con Giuseppe, il mio collega di lavoro. Mi ci sono trovata subito bene perché lui mi sa capire; è gentile; parliamo sempre insieme; ci intendiamo molto. Giuseppe è il mio migliore amico di lavoro; è bello, molto carino. Spero di essergli sempre vicino come adesso. Dopo tanto tempo ho ritrovato Ramona che è una ragazza sulla sedia a rotelle. L’avevo conosciuta tempo addietro al Centro diurno Lo Zainetto e siamo diventate subito amiche. Sono diventata amica anche con Michela. Veniva anche al centro diurno. Ramona continua a venire a Vedrai. Invece Michela non viene più. C’era anche Maria Pia: veniva molto volentieri al Centro Hanna a lavorare al computer: E’ venuta per tanti anni poi si è ammalata e non è più venuta. Abbiamo ricevuto la notizia che era mancata, siamo andati al suo funerale: era una patita del giornalino di Gian Burrasca e di Gianni Morandi. Rimarrà sempre dentro di noi. Abbiamo conosciuto anche Chiara Lerma: lei aveva problemi al cervello, parlava del campo visivo e del dottor Cremonte. Era ossessionata “in senso positivo da questa persona. Anche lei è stata con noi alcuni anni, poi è andata via lentamente. siamo andati al suo funerale a Montaldeo. Ci mancherai tanto Chiara… Manuela era nel gruppo del martedì dall’inizio: è una ragazza in sedia a rotelle. Siamo diventate subito amiche. Aiutavo Manuela e lei era contenta di sentire la musica di Luciano Ligabue che le piace molto come cantante. Scrive al computer; è un’ ottima dattilografa e legge molto bene. Nel 2005 è venuto Ettore Marino al Centro Hanna e lo abbiamo accolto bene. Siamo diventati tutti amici suoi. Mangiavamo assieme a mensa poi andavamo in palestrina a giocare a calcio e tornavamo in classe e ci mettevamo a lavorare al computer. Al pomeriggio è venuta una nuova ragazza Marina Biancato. Proviene da Frugarlo, comune vicino ad Alessandria. Dice “si o no” ed altre espressioni. Ha avuto problemi di cuore. Siamo subito entrati in sintonia con lei: aiutavamo Marina come potevamo anche se tante volte non la capivamo molto.
Al mattino
Al mattino invece veniva un ragazzo autistico di nome Gianluca. Era problematico, gridava e a volte era calmo. Qualche volta spingeva e tirava i capelli e lo aiutavano tanto i prof. Gli davano la focaccia e l’aranciata; lo portavano al piano di sopra al pianoforte: gli piaceva molto; andava spesso in bagno, oppure in palestrina a giocare alla palla o a suonare il tamburo. Quindi è arrivata Letizia al mattino; anche lei è autistica: se non la tengono prende la porta e scappa. Ama cantare al computer le canzoni dei cartoni animati della Walt Disney che le piacciono molto tipo la Sirenetta, la Bella Addormentata nel Bosco e altri ancora. Lavora al computer con il quaderno multimediale su molti argomenti. Al mattino veniva un ragazzo di nome Umberto Empirico: gli piacevano Dragon Ball e le Mini Morris. Scriveva con Nadia che era la sua assistente: lo aiutava tanto. Lo portava anche in palestra grande a giocare a calcio. A lui piaceva molto anche disegnare e colorare e fare tante altre cose divertenti. Umberto era tifoso delle squadre di calcio.
A Vedrai…
Dal 2015 ci siamo trasferiti alla nostra associazione Vedrai con Pietro, Giuseppe e Ettore. Eravamo contenti di essere andati a Vedrai. Adesso stiamo più tranquilli, perché lavoriamo con più calma al computer o sul tablet, scarichiamo la posta dalle caselle elettroniche. Cerchiamo i siti internet per Pietro. Facciamo delle ricerche per Handimatica. Ad esempio abbiamo fatto una ricerca sul Museo del Risorgimento e poi siamo andati a vederlo Ho fatto anche una ricerca sul salone del libro e ci siamo andati.
Il Venerdì
Uno dei miei giorni preferiti è il venerdì, soprattutto al pomeriggio poiché viene Agata, professoressa di lettere in pensione che si occupa di tutte le materie insegnando a me ed Ettore sempre cose nuove ed interessanti . Lei è sempre brava, gentile e non si arrabbia mai con noi. La mia materia preferita è storia, dagli Etruschi ai Romani, dagli antichi dei a Gandhi . Lei ci insegna anche attraverso documentari e pensieri in libertà, per poterci esprimere scrivendo le nostre visioni del mondo e degli argomenti trattati.
Anna
Adesso parliamo un po’ di Anna, assistente mia e di Ettore. Passa il giovedì pomeriggio con me facendomi svagare con lunghe passeggiate per il centro storico di Ovada. Qualche volta ci prendiamo un gelato alla frutta e parliamo un po’ di tutto. Ogni tanto lei disapprova quello che penso, cosa che non mi piace tantissimo ma accetto anche perché mi capisce e mi sostiene. È severa e adora gli animali come li adoro io.
Era una giovane bella principessa fenicia. Un giorno… Europa incontra Zeus che si è trasformato in un Toro; un toro buono e gentile che porta Europa in groppa dalla Fenicia all’isola di Creta.
Si innamorano e nascono tre figli Sarpedonte, Radamante e Minosse che diventa il famoso re di Creta. Il Toro ed Europa, dopo la morte, furono portati in cielo con onori divini. Il Toro brilla luminoso tra le stelle.
Io vorrei andare tanto in Canada a Vancouver, mi farei un giro per la città, mi guarderei un po’ di negozi con i vestiti e me ne comprerei qualcuno. Poi andrei a Seattle e visiterei qualche museo. Mi comprerei un hamburger con le patatine fritte bevendo una birra alla spina e me ne andrei a Ottawa. Lì si che mi divertirei tra i più bei parchi a tema. Poi andrei a Montréal, un’altra bella città da visitare con tutti i suoi m
onumenti. L’ultimo viaggio che farei sarebbe a Toronto dove mi comprerei quello che voglio e visiterei qualche parco dove vedrei gli orsi grizzly da vicino. Mi piacerebbe incontrare i Rangers canadesi vestiti di rosso con il cappello in testa e il cui lavoro non dev’essere facile: combattere i bracconieri, levare le trappole e correre tanti rischi. Dopo questa meravigliosa esperienza tornerei a casa con le valigie cariche di felicità e di racconti.