Vedrai…

Associazione di Volontariato

Lettera aperta sul Terzo Settore: iniziative in difesa del volontariato

La nuova legge 106/2016 “Riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale” risponde sicuramente  ad almeno due necessità: a) quella di dare maggiore compattezza al terzo settore e accentuarne il peso economico nella società; b) definire con più chiarezza e precisione l’identità di chi fa parte di questo settore, limitando gli abusi di quanti si fregiano del titolo di onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) perseguendo invece finalità di profitto.

Nel tentativo di creare  maggiore coordinamento tra volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, imprese sociali in realtà la legge rischia di creare maggiore confusione e finisce  per indebolire i principi cardine del volontariato: la gratuità e la democrazia partecipativa nella sua organizzazione.

Dato che la legge delega il Governo ad approvare i decreti attuativi entro i prossimi mesi, ci sembra indispensabile rivolgere alle istituzioni alcune richieste perché il volontariato non venga danneggiato e indebolito da quanto sta avvenendo.

Codice e Registro nazionale del terzo settore: occorre evitare un’ammucchiata dove il volontariato faccia da fiore all’occhiello per tutti, mentre coesistono organizzazioni effettivamente non profit con organizzazioni che praticano quotidianamente profitto, sfruttamento sui dipendenti, maltrattamenti degli utenti. E’ indispensabile un controllo sia per chi chiede di accedere per la prima volta al registro sia annualmente per verificare se permangono i requisiti per continuare a farne parte. La Regione deve poter esercitare efficaci controlli, in accordo con il Ministero delle Politiche sociali.

Consiglio nazionale del Terzo settore: è auspicabile uno strumento meno impegnativo,  ad esempio un Forum o una conferenza periodica. Non è giusto imporre al volontariato di far parte di un organismo insieme ad enti come le cooperative sociali e le  imprese sociali al cui interno sono presenti realtà  più volte in questi anni fatte oggetto di indagini della magistratura per reati di truffa, corruzione, maltrattamenti, fino a parlare di atteggiamenti criminosi. Inoltre è necessario che le strutture nazionali rispettino  la specificità dei territori, con la ricchezza che può venire dalle molteplici associazioni presenti.

Volontariato organizzato: il volontariato individuale prestato presso cooperative, associazioni di promozione sociale, imprese sociali, fondazioni  non può essere equiparato al volontariato organizzato nelle associazioni, che restano la sede essenziale per garantire la gratuità e la democrazia partecipativa.

I cambiamenti della legge sul volontariato (n.266 del 1991)

Dai pochissimi riferimenti alle Regioni si intuisce che avranno scarso peso nella gestione della legge attraverso i prossimi decreti: al contrario nella legge 266 del 1991 le Regioni hanno avuto un ruolo preminente e propulsivo per il volontariato. Chiediamo di non snaturare la legge sul volontariato che è risultata sicuramente positiva nei venticinque anni di sua attuazione. Ad esempio riteniamo sbagliato che la revisione delle attività di programmazione e il controllo sui Centri di servizio vengano tolti dal livello regionale e affidati a nuovi organismi facenti capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Rispetto ai Centri di servizio per il volontariato: non è accettabile che vengano posti a disposizione di tutto il terzo settore e non più del solo volontariato.  All’interno del mondo delle cooperative sociali, delle associazioni di promozione sociale, delle imprese sociali ci sono molte realtà con rilevanti risorse economiche, con apparati organizzativi e disponibilità di personale retribuito del tutto estranei alla maggior parte dei gruppi ed associazioni di volontariato. Le già ridotte risorse devono tendere alla sempre maggiore qualificazione ed organizzazione del volontariato.

Sollecitiamo i centri di servizio attraverso i propri organismi direttivi a discutere e ad opporsi a quanto sta avvenendo.

La destinazione del 5 x 1000 è un punto importante per l’autofinanziamento delle onlus: nella legge si dicono cose del tutto condivisibili. Non si affronta però una delle questioni principali: perché sono stati via via ammessi ai benefici enti che  già impongono tasse all’utenza come i Comuni e le Università, finendo così per ridimensionare la componente del volontariato e delle onlus. Si tratta quindi di ridurre i settori che possono usufruire del 5×1000. Inoltre è indispensabile prevedere una limitazione alle spese pubblicitarie, che favoriscono sempre i più forti a scapito delle piccole associazioni di volontariato.

Coordinamento Volontariato e “Terzo settore”

Adesioni:

Anffas (Ovada),Anolf (Alessandria), Anteas (Alessandria), A.P.R.I. (Asti), Aruanà (Casorzo), Assefa (Alessandria), Associazione Clown Marameo (Alessandria), Associazione per la pace e la nonviolenza (Alessandria), Associazione promozione volontariato alessandrino Aprova (Alessandria), Associazione Vela (Ovada), Avis (Alessandria),  Cav (Casale Monferrato), Centro per la pace e la nonviolenza Rachel Corrie (Ovada),  Cittadinanzattiva (Alessandria), Comitato autoconvocazione del volontariato 4.0 (Torino), Eta Beta (Alessandria), Gruppo volontariato assistenza handicappati GVA (Acqui Terme), L’abbraccio (Fubine), Lida (Asti), Monferrato soccorso P.A. Croce Bianca (Casale Monferrato), Movimento per la vita (Casale Monferrato), Pro Natura (Alessandria), Vedrai…(Ovada).

Nuove adesioni: Aiutaci ad Aiutare (Ovada), Anffas (Casale Monferrato), Associazione Enrico Cucchi (Tortona), Banco di solidarietà Galeazzi (Asti), CAV (Novi Ligure), Il Porcospino (Gamalero), Lessico familiare (Alessandria), Museo etnografico Gambarina (Alessandria), Nonsologatti (Casale Monferrato), Rifrancalcore (Refrancore), Tempi di Fraternità (Asti).

Per comunicazioni e nuove adesioni: coordinvolontariato@libero.it

Tel. 0143-822500