Piergiorgio Maggiorotti, una vita contro ogni barriera e discriminazione
«Desideriamo ricordarti con profonda riconoscenza e immensa stima, per il grande contributo che hai dato alle battaglie prima per i diritti delle Persone con lesione al midollo spinale, poi per l’intero movimento delle Persone con disabilità, contro tutte le discriminazioni e contro ogni forma di barriera»: lo scrive Vincenzo Falabella, presidente delle Federazioni FAIP e FISH, parlando di Piergiorgio Maggiorotti, importante persona di riferimento per tutti coloro che si impegnano in favore dei diritti delle Persone con disabilità, già presidente della FISH Piemonte, scomparso a Torino lo scorso 4 febbraio.
«Gli anni dal ’76 al ’78 furono significativi sotto molti aspetti. Al di là degli innumerevoli cambiamenti culturali e sociali che mutarono la società di quel periodo, soprattutto ispirati, ma non solo, all’antipsichiatria di Basaglia, ai movimenti femministi e altri movimenti, anche nell’ambito delle lotte per i diritti delle persone con disabilità stava avvenendo una piccola rivoluzione copernicana. Prima le associazioni che si occupavano dei problemi degli “handicappati” non ne stimolavano granché il protagonismo su tematiche generali che andassero al di là degli interessi di “categoria”: era questo l’indicatore più significativo delle difficoltà per le persone con disabilità ad immaginarsi come soggetto politico capace di incidere sul proprio futuro. In seguito, tutto cominciò a cambiare. Gli anni che seguirono segnarono un profondo cambiamento culturale e politico. Si può dire che nel caso del CAH (Coordinamento Autogestione Handicappati) si trattò del completamento delle lotte per i diritti. Si era imparata la lezione: lo slogan che fu coniato anni più tardi (“Nulla su di Noi senza di Noi”) fu nei fatti praticato dal gruppo».Con queste parole Piergiorgio Maggiorotti, già presidente della FISH Piemonte (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), aveva presentato qualche mese fa La rivolta delle carrozzine, un “piccolo grande libro” scritto insieme a Roberto Tarditi, vera e propria “memoria di una parte della vita”, per chi, quarant’anni fa e oltre, aveva vissuto nel capoluogo piemontese l’esperienza del CAH (Coordinamento Autogestione Handicappati).“
(da www.superando.it)